Il Manifesto del Pdl sul lavoro

Il PDL considera il lavoro non solo fonte di reddito ma ancor più attività con la quale ciascuno può esprimere le proprie potenzialità, migliorando la propria personalità e così anche le comunità di appartenenza, dalla famiglia all’impresa, dal territorio alla nazione; il senso del lavoro presuppone quindi il senso della vita nella relazione con gli altri; il lavoro e’, con gli affetti ed il riposo, componente essenziale della vita buona di ciascuna persona, di tutte le persone; la vita buona si realizza quindi nella società attiva.

Per questo il PDL associa al lavoro i concetti di responsabilità e di sicurezza secondo un necessario equilibrio di diritti e di doveri; per questo esso sostiene il coinvolgimento dei lavoratori nella vita dell’impresa in quanto comunità di interessi e di valori ove tutti si riconoscono ed accettano condividendo non solo le fatiche ma anche i risultati attraverso il salario premiale, la solidarietà nelle difficoltà transitorie, provvidenze integrative per sé ed i componenti del nucleo familiare; per questo, quando il rapporto fiduciario o l’equilibrio economico si interrompono, ritiene necessaria, a determinate condizioni e tutele, con la sola eccezione delle ragioni discriminatorie, la possibilità della risoluzione del rapporto di lavoro affinché l’impresa continui, attraverso la coesione e l’efficienza, a crescere ed assumere; per questo il PDL promuove la dimensione comunitaria e solidale dei territori attraverso la collaborazione delle istituzioni con le organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori in funzione della occupabilità e dell’inclusione di tutte le persone.

Il PDL ha ispirato a questi valori, a questa visione, le intense iniziative per il lavoro del Governo Berlusconi in un tempo eccezionalmente difficile per la conservazione e la creazione di occupazione; la responsabilità si e’ definita in capo alle istituzioni statuali e regionali, alle organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori, alle stesse persone; la sicurezza si e’ realizzata in termini di straordinari investimenti pubblici nel sostegno al reddito degli inattivi, in un mercato del lavoro più efficiente e trasparente attraverso il collocamento liberalizzato e il monitoraggio dei mestieri richiesti, in migliori opportunità educative e formative grazie alle relative riforme, nella detassazione dei salari collegati alla produttività, nelle maggiori capacità della contrattazione aziendale, nella tutela della salute nei luoghi di lavoro secondo criteri più sostanziali e meno burocratici, nell’emersione del lavoro sommerso attraverso modalità semplificate come i voucher e migliori attività repressive degli illeciti, nella maggiore sostenibilità del sistema previdenziale in forza delle nuove regole sull’età di pensione.

Il PDL opera per liberare e mobilitare le energie vitali della società italiana, a partire dai più giovani ai quali tutti vuole siano offerte opportunità di accesso alle qualificazioni superiori cui sono diversamente vocati, collegando scuole ed università alle imprese e al mercato del lavoro, rivalutando le conoscenze matematiche, tecniche, scientifiche ed il lavoro manuale, promuovendo il nuovo apprendistato non solo quale modo prevalente di accedere al lavoro, ma anche come percorso formativo per acquisire diplomi e qualifiche professionali, lauree, dottorati di ricerca, praticantati professionali.

Il PDL promuove la migliore remunerazione del lavoro attraverso l’ulteriore evoluzione dei modi con cui definire il salario sulla base di contratti nazionali “minimi” e di accordi aziendali, collettivi e individuali, che lo colleghino al merito soggettivo e ai risultati oggettivi secondo una tassazione, per questa parte crescente, definitivamente agevolata e separata.

Il PDL ritiene siano mature le condizioni per completare, generalizzandolo, razionalizzandolo e adattandolo alle diverse dimensioni di impresa, il sistema di ammortizzatori sociali fondato sulla assicurazione obbligatoria di tutti i lavoratori economicamente dipendenti, qualunque sia il contratto di lavoro, e per incentivare la garanzia di sussidi aggiuntivi attraverso forme di assicurazione collettiva e volontaria promosse dalle parti sociali con i loro organismi bilaterali.

Il PDL condivide le sollecitazioni delle istituzioni europee ed internazionali tutte per un mercato del lavoro italiano ancor più capace di conciliare sicurezza dei lavoratori e flessibilità organizzativa delle imprese; a questo scopo propone il dovere delle Regioni e dei datori di lavoro che riducono l’occupazione di sostenere insieme le attività, private e pubbliche, di ricollocamento e formazione dei lavoratori costretti – e responsabili – nella ricerca di un nuovo lavoro.

Il PDL riconosce il valore primario di quella sicurezza sociale che si realizza con i due pilastri previdenziali, quello obbligatorio e quello complementare, per i quali chiede una regolazione europea quanto più convergente; per questo esso intende sostenere la diffusione della cultura previdenziale – prevedere per provvedere – e del relativo risparmio volontario che può affluire tanto alla gestione obbligatoria per coprire, ancor più ora, periodi carenti, quanto alle forme complementari opportunamente incoraggiate.

Il PDL , soprattutto in un tempo di cambiamenti epocali e di diffuse insicurezze, combatte la solitudine delle persone di fronte alle difficoltà attraverso la maggiore protezione economica e professionale dei lavoratori, quale può essere garantita non solo dallo Stato ma anche, in sussidiarietà, dai corpi sociali e dalle molteplici forme comunitarie; il PDL confida che, a dieci anni esatti dalla morte di Marco Biagi, la nazione intera voglia trarre dalla sua memoria, oggi condivisa, la forza per superare barriere e pregiudizi realizzando un moderno “Statuto dei Lavori”.

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