Dopo le pessimistiche previsioni del FMI, oggi è l’Istat a confermare che le politiche in materia di lavoro e crescita attuate dal Governo non stanno dando i frutti sperati e non stanno consentendo all’Italia di uscire dalla crisi occupazionale. I dati mensili diffusi oggi dall’Istat mostrano numeri allarmanti sulla disoccupazione giovanile, che ha raggiunto il record dal 1977, facendo segnare quota 44,2%. Tra i ragazzi fino a 24 anni, in media solo uno su dieci ha un lavoro. L’Istituto di statistica precisa come il numero dei disoccupati aumenti a fronte di un aumento del numero di giovani che si attiva nel mercato del lavoro. In sostanza, sempre più giovani si affacciano sul mercato del lavoro e sempre meno trovano un’occupazione. Questo dato dovrebbe far riflettere il Governo sulla necessità di un efficace sistema di politiche attive che possa davvero aumentare le possibilità occupazionali dei più giovani, anche attraverso un’attività mirata di qualificazione professionale. I dati statistici non possono dirci quali siano stati i motivi che hanno spinto un numero maggiore di giovani a cercare un lavoro, quello che è certo è che dovremmo tentare di dare una risposta a tale iniziativa, con servizi personalizzati in base ai fabbisogni e orientati al risultato occupazionale. La risposta non può essere un mero adempimento burocratico/amministrativo realizzato dopo ore di coda, in attesa che un centro per l’impiego pubblico prenda in carico le persone che vogliono intraprendere un percorso di inserimento lavorativo, come sembra prefigurare il Governo con lo schema di decreto sulle politiche attive e i servizi per il lavoro. Senza la ripresa economica non ci sarà nuova occupazione, ma invitiamo il Governo a riflettere sulla necessità di non complicare ulteriormente il mercato del lavoro e costruire un modello efficace che possa accompagnare le persone in cerca di occupazione.”