Ancora parole esagerate ma ben venga il monito

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Di Antonio Rapisarda –  da Il Tempo

Roma, 22 ago. 2015: Mariastella Gelmini, deputato di Forza Italia, è d’accordo con l’espressione usata da monsignor Galantino al Meeting sulla politica «che non ha un progetto consapevole» che segue quella sull’«harem»?

«Le sue parole sono sicuramente forti, a tratti possono apparire offensive. Se prese alla lettera contengono due rischi: quello di allontanare il mondo cattolico dalla politica e aumentare l’astensionismo. E quello di alimentare un conflitto tra la politica e le gerarchie ecclesiastiche. Due rischi che vanno scongiurati».

E invece?

«Io vorrei dare una lettura un po’ diversa da una reazione d’istinto a delle parole che appaiono quasi offensive. Voglio cogliere la passione che c’è nelle parole di Galantino: è un monito ad un’attenzione maggiore della politica alle soluzioni e non semplicemente a cavalcare lo scontento o la rabbia dei cittadini. La lettura positiva che voglio fare delle parole del monsignore è un richiamo a chi fa politica a ragionare da statista che pensa alle future generazioni e non da politico che pensa solo al proprio consenso».

Grillo e Salvini sono dei «piazzisti» come accusa il segretario della Cei?

«Esagera. Non bisogna cedere all’errore di chiamare populista o piazzista chi interpreta i sentimenti della gente che in questo momento ha grande paura e anche rabbia per le ineguaglianze della vita quotidiana. Le parole espresse in quel modo certamente contengono dei rischi. Detto ciò non sempre la Chiesa viene incontro alle nostre aspirazioni: la Chiesa ha il dovere di fare Magistero».

E la politica?

«Sull’immigrazione, ad esempio, al dovere dell’accoglienza come politico rivendico il diritto di far rispettare le regole. Se Galantino vuole dire questo con il suo appello, dovrebbe però anche chiarirlo, ossia che la politica deve assumersi al pieno il proprio ruolo, credo che possa rappresentare davvero un momento di verità per tutti».

Al Meeting intanto scompaiono i partiti a parte quello del governo Renzi.

«Mi sembra che la kermesse sia tornata al dovere della testimonianza. Quella del governo è una presenza sempre cercata e mi fa piacere che Renzi quest’anno vada, ma credo che sia fortemente ridimensionata la politica».

Tre volti storici del Meeting – Formigoni, Lupi, Mauro – quest’anno non sono nel parterre. Che significa?

«Questa cosa non mi sorprende. Sicuramente sono animatori dietro le quinte del Meeting, perché sono militanti e prenderanno parte come ogni anno alla kermesse. Questa polemica sulla «vetrina» mi fa sorridere: tutti e tre hanno l’umiltà di partecipare senza cercare visibilità».

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