Berlusconi: «Renzi è sempre in tv, se arriviamo al 20% è un miracolo».

Da Il Corriere della Sera

L’intervento-fiume, non programmato, dell’ex Cavaliere alla presentazione dei candidati di Forza Italia alle Europee.

Milano, 26 apr. 2014: Silvio Berlusconi è arrivato poco prima di mezzogiorno all’hotel Michelangelo di Milano per partecipare – all’ultimo momento – alla presentazione dei candidati di Forza Italia nella circoscrizione nord ovest alle elezioni Europee. Giacca, cravatta e spilletta di Forza Italia di ordinanza, l’ex Cavaliere ha iniziato subito con una frecciata contro i suoi: «Sono rimasto profondamente offeso quando ho saputo che ci sarebbe stata questa riunione nella mia Milano e io non ero stato invitato», ha puntualizzato con un sorriso amaro l’ex premier. «Ho messo il broncio – ha detto – ho brontolato un po’, mi sono sfogato con il mio amico Mario Mantovani (il vicepresidente della Lombardia ed ex coordinatore regionale, ndr)». Non ha però telefonato, ha raccontato, alla «signora Mariastella Gelmini» ma poi «è arrivato a casa mia Giovanni Toti (il consigliere politico di Berlusconi, ndr)». L’intervento del leader di Forza Italia non era stato infatti previsto. Di Toti l’ex premier ha detto anche che «incarna l’identikit della persona per bene e moderata» e che è «felice che gli sia stato affidato il ruolo di capolista» e che è «un bel fioeu che fa scintille in tv». Poi una delle sue consuete battute: «Lo trovo la mattina in Piemonte» il pomeriggio altrove – ha proseguito parlando sempre di Toti – gli ho chiesto se ha un gemello perché ha il dono dell’ubiquità». Sul palco con Berlusconi, oltre a Toti, c’era anche la coordinatrice regionale Mariastella Gelmini e all’incontro erano presenti le eurodeputate uscenti Licia Ronzulli, Lara Comi e Iva Zanicchi (che se ne è andata via poco dopo la fine del discorso dell’ex premier: «Scusate ma ho la mia nipotina che deve fare la comunione alle 15 e ho paura di non fare in tempo»).

«La par condicio: legge contro di me».

Solo dopo queste parole è iniziato il vero e proprio discorso di Berlusconi. Con i suoi cavalli di battaglia: il governo tecnico di Monti che lo costrinse alle dimissioni nel 2011; l’attacco alla par condicio («una legge voluta contra personam perché mi temevano come comunicatore e anche contro l’Italia, perché spinge al frazionamento dei voti») e alla legge sul finanziamento ai partiti («Ci siamo trovati impreparati perché non credevamo che si potesse arrivare a un provvedimento tanto antidemocratico»). E ancora: gli scarsi poteri del presidente del Consiglio in Italia; «il calvario» dei provvedimenti tra Camera e Senato; gli italiani che non sanno votare, il «colpo di Stato» dei governi non eletti dal popolo e i giornali che «sono per il 90% dall’altra parte» e dicono bugie ( «Sulla mia partecipazione a “Porta a porta” sono state riportate dichiarazioni dei soliti sciocchi in malafede che hanno accusato Berlusconi di aver fatto passi indietro sulle riforme. Nella mia vita privata e di uomo di Stato una sola volta non ho mantenuto la parola e non per colpa mia, quando, nell’agosto 2011, avevo detto all’Europa che avremmo fatto certi provvedimenti entro qualche settimana e il capo dello Stato ha detto che non avrebbe firmato quel decreto e di procedere con un decreto legge, poi fatto da Monti»). Fra molti colpi di tosse e la voce rauca e flebile in alcuni passaggi, Berlusconi naturalmente non ha tralasciato di affrontare il tema Renzi.

«Se arriviamo al 20% dobbiamo accendere un cero».

Il leader di Forza Italia è tornato infatti a quantificare le ore di presenza televisiva di Matteo Renzi. «Cinque ore e 40 minuti il sabato e 5 ore e 40 minuti la domenica», ha sostenuto l’ex premier: «Con un diluvio di questo tipo credo, che se siamo al 20%, dobbiamo accendere un cero», ha proseguito. Il premier è stato poi definito da Berlusconi la «nuova star del firmamento del centrosinistra», una persona «simpatica e coraggiosa». Ma il leader di Forza Italia ha voluto precisare che «Se c’è qualcuno e qualche parte politica cha da 20 anni chiede e vuole fare le riforme, questa è Forza Italia e Silvio Berlusconi». «Quelle che arrivano oggi – ha continuato – non sono le riforme del signor Renzi, ma sono le nostre». Poi l’attacco frontale all’Italicum («la legge che sta venendo fuori e’ molto peggio del cosiddetto Porcellum») e alla riforma del Senato («Farne un dopolavoro per sindaci è fuori da ogni ragione ma noi siamo pronti a sederci ad un tavolo per discutere»). Non si placa invece il risentimento verso Angelino Alfano e il suo Nuovo Centrodestra: «Ci sono altre formazioni, provenienti da noi, che avevano preso l’impegno di dimettersi, ove avessero cambiato gruppo: hanno disdetto la loro parola, ma anche il loro onore».

Europa: pugni sul tavolo, ginocchia sul pavimento e Schulz

Ben presto è arrivato anche il capitolo Europa. «È importante avere una rappresentanza che sappia battere i pugni sul tavolo, e anche avere un governo che sappia battere i pugni sul tavolo», ha detto Berlusconi (citando involontariamente gli acerrimi nemici del Movimento 5 Stelle, «una malattia», e il loro nuovo inno, «Pugni sul tavolo»). «Non come il governo Monti – ha aggiunto -, che aveva le ginocchia sul pavimento». Secondo Silvio Berlusconi bisogna rivedere il fiscal compact e il limite del 3% tra il debito e il pil che considera «antistorici». «Chiediamo una moratoria – ha aggiunto – rispetto a queste decisioni antistoriche». L’ex premier ha poi spiegato che «I sondaggi danno i popolari in vantaggio sui socialisti». «Per loro c’è Schulz – ha aggiunto -, a cui involontariamente ho fatto una campagna pubblicitaria straordinaria, che non ha simpatie per Berlusconi e per l’Italia. Votare per la sinistra significa votare per il signor Schulz». E a questo punto l’ex premier non ha rinunciato a “riesumare” la vicenda del kapò: «Non volevo offenderlo – ha detto riferito all’episodio del 2003 all’Europarlamento – ma apriti cielo perché per i tedeschi i campi di concentramento non sono mai esistiti». Infine Berlusconi ha ribadito che Forza Italia punta a vincere le elezioni e ha illustrato, ancora una volta, i segreti della campagna elettorale efficace: dall’istituzione delle “sentinelle” ai club, passando per i “missionari del voto”, per le proiezioni di un film «sulle 40 riforme fatte da Forza Italia» e per il vecchio porta a porta («Ho già scritto il regolamento»).

Gelmini: «Assistendo gli anziani sarà di esempio a tutti».

Intanto si avvicina la data di inizio dell’esperienza che Silvio Berlusconi dovrà fare assistendo gli anziani a Cesano Boscone, come prevede l’affidamento ai servizi sociali per la condanna Mediaset. Può essere «di esempio a tutti», ha detto all’inizio dell’incontro Mariastella Gelmini, coordinatrice di Milano di Forza Italia. «Fa riflettere l’umiltà di Berlusconi nel vederla come un’esperienza per fare volontariato. Cerca di trovare l’aspetto positivo». Un esempio per «chi in un momento di crisi vuole aiutare gli altri. Credo – ha aggiunto – che sia un’esperienza da ammirare». Intanto di ammirevole c’è la resistenza di Berlusconi (e della platea): a Milano il 77enne ha parlato per oltre un’ora e quaranta minuti.

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