Charlie Hebdo, in piazza a Parigi in difesa di vita e civiltà

jesuischarlie

La manifestazione contro il terrorismo che porterà migliaia di persone per le vie di Parigi e decine di Capi di Stato e di governo non è un appuntamento rituale perché rituale non è la ragione. Vedere il palestinese Abu Mazen e l’israeliano Bibi Nethaniau sfilare fianco a fianco contro la furia omicida della jihad non è soltanto una photo opportunity: quelle presenze testimoniano un salto di qualità nella presa d’atto della minaccia che incombe sull’umanità, è rivolta all’occidente come all’oriente, uccide cristiani, islamici, ebrei e atei senza alcuna distinzione. Non basta una manifestazione per neutralizzare il terrorismo, come tutti sappiamo bene, ma sarebbe un errore sottovalutare la forza del messaggio rilanciato ai quattro angoli del mondo.

Le democrazie occidentali, e quelle europee in prima fila, devono accelerare verso l’integrazione di misure importanti in termini di prevenzione, controllo e repressione del terrorismo. Attivare una regia europea nelle politiche di security è decisivo almeno quanto rivedere alcune norme di Shengen. I servizi di sicurezza non possono più operare in ambito nazionale ma è necessario un flusso di informazioni continuo, aperto e senza filtri fra i vari Paesi europei. L’Europa deve inoltre stabilizzare tutti quei regimi arabi che hanno scelto di essere argine al terrorismo di matrice islamica. La grande alleanza fra le democrazie e i regimi arabi moderati prefigurata da Sergio Romano sul Corriere della Sera è un obiettivo oggi meno remoto di ieri. Su questa strada occorre muoversi aprendo un confronto senza reticenze con le comunità islamiche italiane ed europee.

Sottoscrivi la nostra Newsletter

Per restare in contatto con noi

Condividi questo post con i tuoi amici

Connettiti con Mariastella

Seguimi sui Social