Milano, 24 nov. 2015: Lunedì a Milano, al Circolo della stampa un incontro organizzato da Forza Italia per discutere dell’Occidente, tra sicurezza e libertà. Un tema cruciale, dopo gli assalti terroristici a Parigi e l’incertezza che cresce in tutto il mondo dietro l’offensiva dell’integralismo omicida.
Un confronto tra idee, a volte lontane, ma tutte spese per difendere il nostro Paese e la nostra cultura. Senza innalzare altri steccati però. Tra i presenti, oltre ai dirigenti locali di Forza Italia, Mariastella Gelmini che, nella introduzione ha ricordato l’impegno preciso del gruppo alla Camera, per presentare un pacchetto di provvedimenti destinati a rafforzare la sicurezza. Tutti i relatori, da Paolo Romani a Daniela Santanchè, Elena Centemero e poi Maurizio Belpietro, Gian Micalessin (corrispondente de Il Giornale), Francesca Manenti (Cesi), hanno denunciato la debolezza e la fragilità del governo italiano nell’affrontare l’emergenza terrorismo.
Belpietro ha difeso e spiegato la scelta, subito dopo il massacro di Parigi, di titolare in prima pagina “Bastardi islamici”.
Romani ha sollecitato una attenta analisi delle realtà statuali dei paesi del Medioriente, per valutare gli interventi necessari.
Santanchè ha sottolineato i ritardi nella lotta contro il terrorismo e ha ribadito la necessità di difendere i nostri valori e la nostra civiltà.
Durante l’incontro è stata rilanciata la proposta del Presidente Berlusconi perché si dia vita ad un’ampia coalizione internazionale contro il terrore, animata dai grandi della terra, dagli Usa alla Federazione Russa, dalla Cina all’Europa, sotto l’egida dell’Onu. Preambolo necessario l’abbattimento delle sanzioni contro la Russia.
E come spesso accade — ha sottolineato Gelmini — la testimonianza più limpida ce l’ha portata una donna, apparentemente fragile, ma forte e decisa, impegnata su di uno dei fronti più caldi, la Siria: Maria Saadeh. Maria, eletta nel parlamento di Damasco, è cristiana e ha parlato con un tono vibrante da una terra martoriata dallo scontro col Califfato e dalle lotte intestine.
Un paese, la Siria, che non è il regno del male e nemmeno quella dittatura sanguinaria che alcuni raccontano. Una testimonianza originale e coraggiosa, da uno dei fronti più difficili della lotta all’Isis, che non ha trascurato però, né un’analisi seria del contesto internazionale dove, ancora oggi, Usa e Russia si fronteggiano, né la ricerca di comprendere la cultura dell’Islam, con le sue contraddizioni. Perché confrontarsi, comprendere e cercare una strada comune — ci ha spiegato Maria — è un nostro preciso dovere. La Siria come crocevia di civiltà che vogliono trovare un terreno comune. Un insegnamento per tutti noi. Al di là delle battaglie di principio. Perché le idee di ciascuno, se professate all’insegna della tolleranza, hanno diritto di cittadinanza.