CHI SONO DAVVERO I RAGAZZI-SQUALO?

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Sono i ventenni di oggi, chiamati così dallo scrittore Giacomo Mazzariol nel suo nuovo romanzo Gli squali (2018). Non nel senso della pericolosità del predatore marino, ma come animali che, nell’oceanico mondo moderno, dunque anche nell’oceano del mondo virtuale e delle nuove tecnologie, si muovono con la rapidità e con l’istinto di chi deve abituarsi a trovare punti di riferimento e di orientamento in un mondo sempre più complesso, privo di costanti e competenti punti di riferimento adulti (familiari, educativi, sociali). Devono farlo senza soccombere al profondo, oscuro male delle dipendenze, prima tra tutte quella da internet. Devono farlo senza spaventarsi per la quantità inarrestabile di informazioni, suggerimenti, provocazioni, suggestioni, modalità di comportamento pericolose, violente, illegali che il web – pure assieme a ottime cose – continua a veicolare, senza mediatori e senza regole. Ecco perché, per i ragazzi – squalo è necessario essere grintosi, pronti all’impresa, disinvolti, laddove quella maschera diventa, per loro, necessaria a tenere testa e a intuire come orientarsi tra le tante “correnti”. E a capire come riuscire ad acquisire, a far prevalere e ad alimentare, in tanta complessa, indistricabile giungla di stimoli, la capacità di essere “liberi, coraggiosi e responsabili”. Per essere, se possibile, felici.

di Maria Rita Parsi, psicoterapeuta

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