Milano. E’ questa oggi la partita decisiva. Perché Milano è la molla dell’economia nazionale. Da qui può ripartire il lavoro, qui si può sperimentare un taglio netto delle tasse, costruire un nuovo modello di sicurezza urbana,tornare a livelli alti di qualità della vita e servizi ai cittadini. Oggi siamo all’anno zero, purtroppo. E questo perché in cinque anni di amministrazione di sinistra Milano ha subito un terremoto di magnitudo 9, che ha azzerato sicurezza, bilanci di famiglie e imprese, appeal internazionale. C’è solo Expo, che è stato una grande vittoria del Sindaco Moratti e che, con Pisapia, ha mancato l’obiettivo di fare sinergia con Milano finendo addirittura per drenare risorse alla città, ai negozi, ai bar, ai ristoranti, penalizzati dall’offerta commerciale del sito di Rho.
Il resto è cronaca quotidiana. Purtroppo, spesso, cronaca nera.
Su treni e mezzi Atm viaggiatori e lavoratori hanno paura. Fa orrore l’episodio del capotreno al quale una banda di sudamericani ha quasi mozzato il braccio con un machete alla stazione di Villapizzone, su un treno Expo. E’ un bollettino di guerra quotidiano, con aggressioni continue e violentissime. Intanto un’immigrazione senza controllo ha riempito di profughi e clandestini la stazione Centrale e intere zone della città, come i Bastioni di Porta Venezia e i vicini Giardini Montanelli. I campi rom abusivi proliferano con corredo di furti, violenze e minacce.
Le case popolari sono preda di abusivi che vi si insediano non appena i legittimi residenti vanno in vacanza o all’ospedale. Il tutto nella totale inerzia della Giunta arancione che ha sempre sminuito il problema sicurezza rifiutando i militari a presidio dei luoghi più pericolosi e scoprendo solo in questi giorni, in funzione della campagna elettorale, che sicurezza e periferie sono temi degni di nota. Una bella sfacciataggine dopo che un assessore di Pisapia aveva detto che occupare per bisogno non è reato e dopo che si sono spalancate le braccia di Milano a tutti indistintamente per ideologia, mettendo in ginocchio la città, ridotta a campo profughi, sporca, piena di graffiti, abbandonata a sé stessa soprattutto nelle periferie, dove il Sindaco non mette piede, preferendo tagliare nastri in centro. Su economia e lavoro, nessuna spinta dal Comune, impegnato in iniziative demagogiche, lontanissimo dalla realtà del mondo produttivo, al quale ha imposto tasse da capogiro e una burocrazia che frena ogni iniziativa. Sui servizi, anch’essi divenuti un salasso rispetto al passato, zero investimenti. Sindaco e assessori vanno beati alle inaugurazioni di ciò che aveva avviato il centrodestra, come le nuove linee metropolitane o il bike sharing, e che loro in molti casi avevano contestato, basti pensare al quartiere di Porta Nuova. Per questo dico che Milano è la partita decisiva. Perché ascolto le persone, parlo con loro. Sono stata al Giambellino, storico quartiere popolare, e ho ascoltato le testimonianze di tanti milanesi che si sentono traditi da Pisapia, che per colpa di questa amministrazione non riconoscono più la loro città e il loro quartiere, L’anno prossimo bisogna riprendere in mano la città e ridarle una visione di futuro. Serve assolutamente la nostra unità per vincere, così come è successo in LIguria con Toti. L’esperienza negativa della Milano arancione, replicata con esiti disastrosi a Roma e a Napoli, con i Sindaci Marino e De Magistris, deve finire. Per il bene di Milano e per il bene del Paese. Lo dico da mesi: il centrodestra sa lavorare, sa mettere in campo le ricette che servono a Milano, sa promuovere l’innovazione e il lavoro, sa pensare alla sicurezza dei cittadini. Lo abbiamo sempre dimostrato. Con noi Milano era un’altra città, anche più solidale, nonostante le prediche che ci fa Pisapia. Allora in campo tutti insieme per vincere.