Forza Italia: Gelmini a Rozzano. Il Natale non si svende nè si cancella

Chi viene in Italia accetta di stare in un Paese che ha una identità
Roma, 30 nov. 2015: “Siamo a Rozzano perché la politica non può ritirarsi dai luoghi dove si decide, con le scelte quotidiane, il destino dell’Europa. Siamo a Rozzano con lo stile
e le idee di Forza Italia: una forza liberale, che non fomenta lo scontro ma difende la libertà e la tolleranza contro un laicismo ideologico e negativo”. Lo ha scritto Mariastella Gelmini, vice
capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera, sul suo blog.
“Siamo a Rozzano – ha proseguito – perché come ha dimostrato la tragedia di Parigi, è nei quartieri che si decide quale integrazione vogliamo, è nei quartieri che si previene il
conflitto, è nei quartieri che si educa alla libertà vera. E non certo con operazioni semplificatorie e autoritarie come abolire il Natale. Siamo a Rozzano per dire quale modello di integrazione scegliamo: un modello che parte dalla nostra identità, dalla nostra casa comune che non taglia le proprie fondamenta culturali”.
“Gli stessi islamici di Rozzano – ha detto ancora l’esponente di Fi – hanno chiesto di festeggiare il Natale. C’è un Preside che sventola un multiculturalismo triste e negativo, che spiana le identità è azzera le differenze. Un laicismo grigio che produce mostri. Noi siamo qui per dire che chi viene a Rozzano, a Milano, in Italia, accetta di stare in un Paese che ha una identità, una cultura, una consapevolezza. Questa identità, di cui il Natale fa parte, non si cancella, non si svende, non si azzera”.
“Noi non siamo qui per infastidire una scuola, siamo qui con rispetto – ha spiegato – a far sentire la presenza dell’Italia in questo quartiere che non ha nulla di diverso da ogni altro pezzo di Italia. Non c’è un caso Rozzano, non c’è un caso Scuola Garofalo. L’integrazione deve essere la normalità. La normalità positiva costruita ogni giorno dagli insegnanti in tutta Italia e anche in questa scuola. Ma deve essere normale anche la centralità della nostra lingua, della nostra cultura, della nostra identità” (AskaNews).

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