Roma, 2 gen. 2014: “Nel coro unanime di consensi e di applausi che salutano la conquista di Chrysler da parte di Fiat ci sono voci stonate. Se la Fiat è oggi un player globale dell’ auto si deve a Sergio Marchionne, un manager che ha rotto schemi vecchi e consunti, ha mandato gambe all’ aria la filosofia della concertazione, ha sfidato la Cgil sul suo terreno e con i referendum di tre anni fa ha rivoluzionato le relazioni industriali. Intristisce non poco ricordare che tutto questo fu reso possibile grazie all’ uscita di Fiat da Confindustria, all’ epoca ingessata dentro un modello di concertazione costruito sul potere di veto del sindacato. Chi oggi applaude Marchionne, dovrebbe anche chiedersi di quanti Marchionne avrebbero bisogno la Pubblica amministrazione e le aziende pubbliche, nazionali e locali, la cui sopravvivenza viene pagata a caro prezzo dai contribuenti italiani. Applaudire Marchionne va bene, ma riflettere su come tutto questo sia stato possibile sarebbe ancora meglio” (TMNews).