Gelmini: «Non solo il dialogo sulle riforme. Renzi sugli esteri dia retta al Cav»

Gelmini

«Renzi ascolti i consigli di Berlusconi e in politica estera recuperi lo spirito di Pratica di Mare: quello della mediazione e del dialogo. Soprattutto con la Russia di Putin».

Di Vincenzo Bisbiglia – Da Il Tempo

«Renzi ascolti i consigli di Berlusconi e in politica estera recuperi lo spirito di Pratica di Mare: quello della mediazione e del dialogo. Soprattutto con la Russia di Putin». Mariastella Gelmini, ministro dell’Istruzione nel’ultimo governo Berlusconi e oggi fra le principali anime di Forza Italia, invita il «giovane» Renzi a recuperare il lavoro di rapporti internazionali messo in piedi dal Cavaliere. Che il 18 maggio 2002, nella base militare alle porte di Roma, consegnò alla storia quello che è considerato il suo «capolavoro» diplomatico: l’accordo fra George W. Bush e Vladimir Putin che segnò l’intesa fra i due l’inizio della lotta comune al terrorismo. «Renzi può accogliere il suggerimento di Berlusconi – spiega Gelmini – abbandonare la strada sbagliata delle sanzioni economiche, evitare il ritorno alla guerra fredda e favorire una soluzione pacifica».

Berlusconi fu fortemente criticato per i suoi tentativi di dialogo in politica estera. La storia gli sta dando ragione?
«Lo dimostra quanto sta avvenendo in Egitto, in Libia o in Ucraina. Berlusconi si è sempre dimostrato lungimirante. I moti della Primavera araba venivano salutati come un momento rivoluzionario, positivo: oggi, dopo poco tempo, si sta dando una lettura molto diversa. È evidente che sia sul Medio Oriente che nei rapporti con la Russia, Berlusconi ha guardato molto in avanti».

Ora vorrebbe dare una mano a Renzi?
«Berlusconi è molto preoccupato per lo scenario internazionale, per il pericolo rappresentato dall’islamismo più estremo. Mi auguro davvero che Renzi ascolti i suoi suggerimenti. L’ultima cosa che oggi dobbiamo fare è creare barriere: al contrario bisogna usare tutte le strade della politica per favorire una soluzione pacifica. Berlusconi in questo momento si sta ponendo come un leader preoccupato per tali questioni e Renzi, che è giovane, ha l’occasione di ascoltare una voce d’esperienza».

C’è chi ormai parla di appoggio esterno al governo Renzi. È così?
«Assolutamente no. Non c’è alcun appoggio esterno e non c’è bisogno di precisarlo. Noi ci stiamo comportando da opposizione responsabile. Questo significa stare all’opposizione del governo, ma non del Paese. Il nostro sentire è quello degli italiani, in un tempo sospeso in cui Renzi deve dimostrare di saper fare le cose. Se ci opponessimo pregiudizialmente a Renzi perché è un leader di un governo di centrosinistra, non verrebbe capito dagli italiani».

E qual è la direzione, al momento?
«Difficile giudicare dagli annunci e dalle buone intenzioni. O dalle linee guida. Gli italiani vivono un tempo di apertura di credito nei confronti di Renzi e del suo governo e di grande attesa per gli obiettivi da raggiungere. Allo stesso modo noi, quando ci troveremo davanti a dei provvedimenti veri, dal Jobs Act alla riduzione della spesa pubblica o al taglio tasse, valuteremo. Per il momento non siamo di fronte a questo scenario».

L’impressione è che, per la prima volta da 20 anni, un premier abbia il clima giusto per lavorare?
«Sì, e non ha alibi. Anche perché ci comportiamo in modo molto diverso rispetto a quanto fece il Pd con Berlusconi. E poi nessun Paese europeo è riuscito a fare riforme strutturali senza un po’ di resistenze dalla base. Ora Renzi deve scegliere fra la tenuta del suo consenso e un avvio serio delle riforme. Se opta per la prima strada, Forza Italia farà un’opposizione molto dura; al contrario, come sulle riforme istituzionali, verranno valutate le proposte del governo senza nessun pregiudizio. Il tempo comunque sta per scadere: in autunno il governo dovrà dimostrare cosa sarà in grado di fare».

Quale futuro per il centrodestra?
«Io mi auguro che possa esserci un futuro di unità, anche alla luce delle scadenze amministrative ed elettorali in vista. L’esempio è quello delle elezioni in Lombardia per il passaggio alla Città Metropolitana, dove c’è stato un avvicinamento a Fratelli d’Italia e Ncd. Un centrodestra diviso non fa che avvantaggiare Renzi».

Sull’istruzione ha già detto di gradire le linee guida presentate dal Ministro Giannini. La reputa in continuità con la sua riforma?
«Devo dire che mi ha stupito in senso positivo il richiamo al merito, alla qualità nella scuola e soprattutto alla volontà di affermare finalmente un percorso di carriera degli insegnanti legato al merito e non agli scatti di anzianità. Mi preoccupa un po’ la promessa di assunzione per 150mila persone, sulla quale mi auguro che Renzi abbia le coperture. Sarebbe un delitto illudere migliaia di giovani, promettendo posti che poi magari non ci sono, perché poi mancano i soldi. Abbiamo chiesto al governo di indicare le coperture: è importante che non via siano promesse ma proposte concrete».

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