Di Maurizio Pesce – Da Wired.it
MIlano, 26 mar. 2014: I Google Glass sono ormai in giro da oltre un anno e se c’è una cosa che è stata criticata fin dalla prima apparizione è stata l’estetica. Un aspetto che a Mountain View hanno volutamente trascurato a lungo, preferendo concentrarsi sul progetto Explorer con gli sviluppatori, sull’ideazione delle (poche) funzioni e poco più.
Ora però, quando siamo teoricamente alla vigilia del lancio commerciale – e a un passo dal flop, scriveva Stefano Priolo – Google ha iniziato a curare anche il lato estetico dei Glass, prima prevedendo il supporto di lenti graduate e ora lasciando che a occuparsi della montatura sia Luxottica.
L’annuncio ha tutta l’aria di essere qualcosa di veramente strategico e unico: Luxottica e Google lavoreranno insieme per creare nuovi “wereable device” innovativi. L’azienda di Mountain View si affida dunque all’Italia per caratterizzare ancora di più i nuovi Google Glass. Da parte sua, Luxottica, leader nel settore del design, della produzione e della distribuzione di occhiali sportivi e di lusso, metterà a disposizione tutta la sua esperienza e coinvolgerà anche altri due marchi famosissimi del gruppo: Ray-Ban e Oakley.
Moda e tecnologia unite, quindi, grazie ad un team di esperti di design, sviluppo, strumentazione e ingegneria dei prodotti Glass, che saranno messi messi a disposizione da entrambe le aziende per lavorare ai nuovi Google Glass.
Non che la concorrenza, intanto, sia più avanti, in termini di estetica. Tra tutta la tecnologia che ho indossato durante l’ultimo Cosumer Electronics Show di Las Vegas c’era anche un discreto numero di occhiali, tra prototipi e modelli già in commercio. E il look lasciava spesso a desiderare.
La prima generazione di occhiali intelligenti è questa, c’è poco da fare. Anche modelli già al secondo giro di boa, come Epson Moverio, non hanno ancora superato il limite della necessità fisica di spazio per mettere batteria e proiettori, oltre che una superficie dove proiettarle, le immagini.
Gli analisti americani, però, concordano tutti su una cosa: l’era del wearable computing è iniziata, e presto il fenomeno esploderà e si diffonderà globalmente come a suo tempo hanno fatto gli smartphone. Ai Google Glass, che piacciano o meno, va il merito di aver ufficialmente aperto le danze.