GRECIA: IL SÌ DEI GRECI PER RIFONDARE L’EUROPA

Nai
Come ogni europeista convinto mi auguro una vittoria del sì all’improvvido referendum voluto dal premier greco Alexis Tsipras. Come ogni tribuno, Tsipras ha scelto di fuggire dalle proprie responsabilità e di chiamare il popolo a decidere del proprio destino non avendo lui ben chiaro dove portare la Grecia.
La partita greca è stata giocata male fin dall’inizio. Il peccato originale è stata l’inflessibilità tedesca che ha impedito, nel 2010, di varare un piano di aiuti che avrebbe consentito, con cifre ancora modeste, di rimettere in carreggiata la Grecia.
A complicare la partita fra l’Europa e Atene è intervenuta la vittoria della sinistra radicale, alleata ai neo-nazisti di Alba dorata: per questa bella coalizione domenica andranno a tifare ad Atene Beppe Grillo e soci.
Nessuno ha ricordato che prima del voto di quest’anno la Grecia, sotto la guida del centrodestra di Antonis Samaras, era stata riammessa nel mercato dei capitali dopo quasi 5 anni di assenza. L’anno scorso, sia pure sotto le garanzie del Fmi, il governo di Samaras aveva potuto collocare una tranche di titoli di Stato e il mercato aveva accolto con favore quel collocamento, visto come simbolo di un risanamento avviato.
Tsipras ha buttato alle ortiche i sacrifici fatti dai greci dal 2009. Con una politica economica avventurosa e populista, ha pensato bene di ripristinare alcuni privilegi di cui godono soltanto i greci, a cominciare dall’età di pensione a 52 anni. E chiede che il conto sia pagato dai contribuenti europei.
Il mio augurio è che il popolo greco dimostri di essere più maturo del suo avventuroso premier. La vittoria del sì non significherebbe in alcun caso che le cose debbano riprendere il loro corso come prima. Dalla Grecia può venire un segnale chiaro: i rischi corsi dall’euro ci dicono che alcuni trattati vanno profondamente rivisti perché l’Europa possa salvare il proprio comune destino. Da problema europeo, il popolo greco può diventare il primo attore della rifondazione dell’Unione.

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