Il Dl lavoro in Parlamento. Braccio di ferro Pd-Ncd

Di Roberto Giovannini – Da La Stampa

Sarà un passaggio delicato quello che attende da oggi il governo Renzi nell’aula di Montecitorio.

Dopo il via libera (con modifiche consistenti) da parte della Commissione di merito, la Camera comincia ad esaminare il decreto sul lavoro. Il testo è stato emendato per ridurre quello che è stato definito «un eccesso di flessibilità» dal Pd. Su spinta della sinistra del partito, ma con il voto favorevole dei deputati renziani, il parere positivo del relatore, Carlo Dell’Aringa, e quello del governo.

Così com’è non piace però per niente al Nuovo Centrodestra, che in commissione non ha votato, e fa storcere il naso a Scelta Civica, che in Commissione si è astenuta. Dal canto suo ieri il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano ha avvertito che se il governo intende mettere la fiducia sul testo per farlo approvare in tempi rapidi (pare una scelta inevitabile) dovrà farlo su quello uscito dalla Commissione.

Le modifiche principali introdotte riguardano la possibilità di proroga dei contratti a tempo determinato, che viene ridotta da 8 a 5 volte per un periodo complessivo di 36 mesi. Il congedo di maternità sarà conteggiato ai fini del diritto di precedenza. Alle lavoratrici è riconosciuto il diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo determinato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi 12 mesi. I contratti a tempo determinato potranno raggiungere il massimo del 20% rispetto al numero dei lavoratori assunti a tempo indeterminato con la sanzione, per chi non rispetta la regola, dell’assunzione a tempo indeterminato.

La formazione pubblica per l’apprendistato torna obbligatoria, a meno che le Regioni non la offrano. Le aziende con più di 30 dipendenti dovranno assumere almeno il 20% degli apprendisti prima di poter stipulare nuovi contratti. Il decreto legge, inoltre, sarà sottoposto a un check up tra un anno.

Bisogna tornare al testo originario del governo, ha avvertito ieri il presidente dei senatori di Ncd Maurizio Sacconi. «La Commissione Lavoro della Camera ha ridotto del 50% la spinta propulsiva alla maggiore occupazione del decreto lavoro», spiega, aggiungendo che «è interesse del governo ripristinare le semplificazioni in materia di apprendistato, rimuovendo i vincoli che lo inibiscono. Così come è necessario ridimensionare la sanzione nel caso di contratti a termine superiori al tetto del 20% degli occupati. Il Nuovo Centrodestra», avverte Sacconi, «ribadirà lungo l’iter del provvedimento la necessità di queste correzioni e il ripristino di corretti rapporti nella maggioranza parlamentare».

Damiano ha invece sottolineato che il testo uscito dalla commissione «è un importante punto di equilibrio» e quindi, di conseguenza, non va toccato. Anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti sembra nel complesso soddisfatto del testo così com’è, che andrebbe approvato entro il 20 maggio. Forse servirà un voto di fiducia.

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