Ludopatia, quando il gioco pericoloso coinvolge i ragazzi

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I dati sul gioco d’azzardo sono preoccupanti e sempre più spesso sfidare numeri e fortuna, più che un diversivo o un passatempo, diventa una missione di vita.
A preoccupare in particolar modo è la dimensione patologica che il gioco assume per moltissimi italiani, vittime di ludopatia, che sperperano denaro in attesa della “mano” o del “giro” vincente.
A destare ancora maggiore preoccupazione sono le forme giovanili di ludopatia che colpiscono tantissimi minori, affascinati da questo mondo per grandi e a loro vietato. Però, non è certo questa preclusione del tutto formale a fermarli: con un pizzico di intraprendenza, insieme alla distrazione o a un “occhio chiuso” da parte dei gestori delle sale slot, il gioco è fatto. Se è raro che all’ingresso di queste sale dedicate vengano richiesti i documenti, è altrettanto conclamato che la diffusione del gioco d’azzardo sul web di certo non aiuta. Per i giovani argonauti della rete, infatti, aggirare i paletti della registrazione – per la quale, ovviamente, è richiesto il requisito della maggiore età – è molto facile. E una volta iscritti, è possibile effettuare giocate secche o veri e propri tornei, la cui durata può coprire anche svariati giorni.
C’è poi un altro fronte del gioco che coinvolge sempre più giovanissimi, ovvero quello delle scommesse sportive. Diffusosi a macchia d’olio, il settore storicamente dedicato all’ippica ha ampliato enormemente il proprio business, dando la possibilità di scommettere su qualsiasi altro sport. Anche in questo caso, oltre ad apposite sale dove è possibile effettuare le giocate, esistono dei veri e propri conti online da cui scommettere anche in tempo reale, a eventi ancora in corso. Una prassi che chiaramente contribuisce all’aumento esponenziale delle scommesse da parte di utenti di qualsiasi età che, sempre più spesso, trascorrono il fine settimana a ricaricare i propri conti virtuali per fare puntate.
Siamo, insomma, dinanzi all’ennesimo fenomeno che fa emergere la necessità di una regolamentazione di Internet, soprattutto a tutela dei minori. Perché il web non può costituire una zona franca, dove nascondersi dietro l’anonimato o, peggio ancora, dietro false identità.

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