Maggioranza in pieno caos slitta la riforma della giustizia

X PAVANEL

Di Andrea Cuomo – Da Il Giornale

Nessun accordo tra Pd e Ncd, oggi sarà varata solo la responsabilità civile delle toghe Il nodo chiave restano le intercettazioni. Forza Italia protesta: “Opposizione dura”.

Il veleno sta nella coda. La riforma della giustizia, che doveva essere il primo compito dopo le vacanze del governo Renzi, frena di botto all’ultima curva, sbanda e rischia di uscire di strada. Le macchie d’olio sono i dissidi tra le varie anime della maggioranza, divise su aspetti fondamentali del pacchetto che domani dovrebbe sbarcare in consiglio dei ministri ma che ci arriverà quanto meno menomata. In che modo lo decideranno il premier Matteo Renzi e il Guardasigilli Andrea Orlando, che in queste ore si consultano febbrili. E il nervosismo è evidenziato da un paio di tweet fumo-negli-occhi che spuntano dalla tastiera del premier verso sera. Uno: «Oggi la giustizia si ferma dal 1° agosto al 15 settembre. Noi proponiamo il dimezzamento della chiusura estiva dei tribunali: solo 20 giorni». Due: «Il nostro obiettivo è dimezzare entro #millegiorni arretrato del civile e garantire prociv in primo grado in un anno, anziché tre come oggi». Se come spesso accade le parole dell’ex sindaco di Firenze sono inversamente proporzionali ai fatti, siamo messi male.

Né aiuta il niet di Forza Italia, annunciato con parole chiare dall’influente Mattinale redatto dal gruppo azzurro di Montecitorio (vale a dire Renato Brunetta): «Salvo sorprese meravigliose come le aurore boreali all’Equatore – si legge – la riforma della giustizia prospettata negli incontri di questi giorni e adombrata sui giornali ha contenuti che ci vedranno all’opposizione in maniera dura».

Ma la vera grana per il governo è la voragine che divide il Pd dall’Ncd, sulla quale nemmeno il superottimista Orlando può fare il finto tonto: «Sono emerse differenze di approccio – spiega il Guardasigilli dopo la riunione di maggioranza di ieri – anche sulle priorità di cui riferirò al consiglio dei ministri, mantenendo però l’obiettivo di portare in quella sede tutto il lavoro elaborato». Tra i temi che spaccano la maggioranza la prescrizione e la regolamentazione delle intercettazioni. Una sintesi si cercherà domani in consiglio dei ministri, ma la strada sembra in salita. Così domani a Palazzo Chigi potrebbe decollare solo il ddl sulla responsabilità civile delle toghe: il cittadino che faccia ricorso allo Stato contro una sentenza ingiusta potrà rivalersi contro il magistrato fino al 50 per cento del suo stipendio.

Opposizione dura come detto è quella minacciata da Forza Italia. Ieri Brunetta e Gianfranco Chiarelli, capogruppo azzurro in commissione Giustizia a Montecitorio, hanno parlato di «totale inadeguatezza della ipotesi di riforma della giustizia che il governo intende proporre. Attendiamo di conoscere il testo definitivo ma alla luce di quanto finora noto non possiamo che esprimere assoluta insoddisfazione. Molto lontani gli obiettivi di una drastica riduzione dei tempi dei processi, l’adeguamento delle strutture e delle risorse umane, la garanzia di una giustizia civile e amministrativa che non blocchi le imprese, scoraggiandone gli investimenti». Il MoVimento 5 Stelle si è invece sottratto al confronto con il ministro Orlando ma difende la scelta che più d’uno ha attribuito al diktat di Gianroberto Casaleggio: «I parlamentari M5S sono persone che si confrontano e discutono liberamente», precisano loro.

La riforma della giustizia è articolata in 12 punti che vanno dal civile (riduzione dei tempi, dimezzamento dell’arretrato, corsia preferenziale per imprese e famiglie) al penale (accelerazione del processo e norme contro la criminalità economica) passando per il Csm (legare la carriera al merito, chi giudica non nomina) e per l’informatizzazione e la riqualificazione del personale. Tra gli strumenti che dovrebbero alleggerire i tribunali il turbo alle separazioni e ai divorzi per chi accetti di sottoscrivere una convenzione di negoziazione assistita da un avvocato e il procedimento arbitrale per i processi civili previa istanza congiunta delle parti.

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