Donne e indipendenti in lista contro l’astensionismo
Onorevole Mariastella Gelmini, quali sono le condizioni di salute del centrodestra a Milano?
«A Milano Berlusconi ha scelto un uomo del fare come Parisi, che ha convinto la coalizione, e così la coalizione è unita come dovrebbe essere ovunque. Stiamo lavorando insieme, con spirito di squadra, con una persona che ha capacità imprenditoriale ma anche sensibilità politica. Non è un tecnico ma un esponente della società civile».
Vede la possibilità di una coalizione lepenista o condizionata dalla Lega, come sostengono alcuni?
«Non è assolutamente vero. Definire lepenista o di destra la coalizione è fuori della realtà».
E qual è la realtà?
«Il baricentro è in Forza Italia, Area popolare e in una lista civica che si sta formando. Una coalizione moderata in cui ci sono anche Lega e Fratelli d’Italia. E comunque sono discorsi da politologi, mentre i milanesi sono attenti ai programmi, alle idee e all’unità».
Quali sono i punti di questo programma unitario?
«La sicurezza, perché a Milano c’è una percezione di illegalità diffusa che va combattuta. Abbattere i 770 milioni di tasse in più che sono stati l’eredità di Pisapia. La qualità dei servizi e la semplificazione della macchina comunale».
Come si spiega questo centrodestra unito a Milano e in difficoltà altrove?
«Milano non deve essere l’ eccezione ma la norma. A Roma c’è stato un incidente di percorso che ha portato a non avere unità su Bertolaso, ma come insegna Berlusconi, che si è sempre speso come federatore, il centrodestra non può non avere questo obiettivo. E chi aspira a essere leader della coalizione, non può non farsene carico».
Come valuta la decisione del prefetto di Milano di utilizzare il campo base di Expo per ospitare i migranti?
«A me pare che la finalità dell’area Expo non possa essere diventare un campo d’ accoglienza. Human Technopole, che per altro ha visto un coinvolgimento tardivo delle eccellenze milanesi, riguarda solo l’otto per cento dell’area che deve diventare il simbolo della vocazione di Milano, con campus universitari, poli sportivi per studenti, una cittadella, una zona vocata a ricerca, innovazione e startup. Non certamente un campo per i profughi. Non lo condivido per niente».
Lei sarà capolista alle comunali. Qual è il senso di questa scelta?
«Anche se non sono nata a Milana, la sento mia perché è dinamica, vitale, aperta all’innovazione e poi è Milan dal coeur en man. Berlusconi, che purtroppo per la prima volta non può candidarsi come capolista, mi ha indicata ed è una grande responsabilità. Penso a una lista con molte donne e candidati indipendenti per combattere l’astensionismo».
Quali progetti per le donne in politica e soprattutto per le mamme e le donne che lavorano?
«La donna è colei che più paga la crisi e l’assenza di strutture per conciliare lavoro e maternità. Nostro compito è regalare alle donne una migliore qualità di vita e tempo per sé».
Come pensate di fare?
«Mi convince la proposta di Giulio Gallera di asili nido gratis per chi ha un ISEE inferiore ai 20 mila euro. Serve un welfare per gli anziani ma anche per l’infanzia. Bisogna mettere le donne nella condizione di fare più figli e non rinunciare al lavoro».
La mia intervista a Sabrina Cottone su “Il Giornale” di oggi.