Ora c’è la prova. Quelle norme utili solo contro Silvio

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Di Antonio Manzo – Da Il Mattino

Gelmini: Sia De Magistris che De Luca sono stati salvati, il leader di Fi cacciato

«Fino a ieri potevamo, politicamente, solo sospettare che la legge Severino fosse stata fatta per espellere Berlusconi dal Senato. Da ieri, invece, dopo tre indizi abbiamo raggiunto la prova “regina”, storica e politica al tempo stesso: la legge Severino fu fatta contro e ad personam».

Mariastella attacca nonostante siano trascorsi ormai due anni da quando, all’indomani della sentenza Mediaset della Cassazione, il Senato espulse Silvio Berlusconi. Proprio per effetto della legge Severino.

Quali sono i tre indizi, onorevole che le fanno raggiungere la prova?
«De Luca uno, con il Governo che si guarda bene dal sospenderlo subito; De Luca due, con l’ordinanza urgente del tribunale di Napoli; De Magistris tre, salvato sempre dallo stesso giudice Civile del caso De Luca. Abbiamo avuto così la dimostrazione che tra ordinanze e sentenze, la legge Severino è stata interpretata, favorevolmente, per gli amici, ed è stata applicata implacabilmente per i nemici. Altro che garantismo, qui è la morte dello stato di diritto».

Scusi, ma uno dei presupposti delle valutazioni dei magistrati è che sia nel caso di De Luca, che in quello di de Magistris fossero in gioco valori costituzionalmente protetti come quelli espressi da rappresentanti istituzionali eletti dal popolo?
«Se c’è un leader politico che in Italia può dichiarare, a piena voce, di essere un eletto dal popolo è Silvio
Berlusconi. Che poi anche De Luca e de Magistris siano stati eletti dal popolo per governare la Regione Campania ed il Comune di Napoli, è altra storia. Nel caso di Silvio Berlusconi è stata minata, stracciata, distrutta la volontà popolare e il valore elettivo, quello sì costituzionalmente protetto ed universale, incarnato da un membro del Parlamento, massima espressione della democrazia repubblicana. E’ un Vulnus più grave, non le pare»?

 La legge Severino fu votata anche da voi di Forza Italia. E’ mai possibile che nessuno si sia accorto all’epoca dei fatti dei profili di incostituzionalità che oggi vengono a più riprese evidenziati?
«Vogliamo ricordare in che clima e in che contesto fu varata la legge Severino? Ebbene, contestualizziamo l’epoca, è quella del Governo Monti che cacciò Berlusconi, eletto dal popolo».

Governo votato dal Parlamento, l’unità nazionale con lo spread in salita quotidiana…
«Quella fu la cacciata di Silvio Berlusconi, eletto dal popolo, che inaugurò la stagione dei nominati a Palazzo Chigi, Monti, Letta e Renzi».
Ma è anche il tempo, ricorderà, degli scandali Fiorito, Lusi, Belsito, tutta gente che aveva preso in ostaggio le casse dei rispettivi partiti rimpinguate dal finanziamento pubblico come un bancomat personale.
«Non vorrà mica farmi dire che la ricostruzione del contesto politico dell’epoca, con la cacciata di Berlu-
sconi da palazzo Chigi, annulli le responsabilità di chi aveva fatto dei partiti un bancomat personale?
E allora, che ci volesse una reazione con norme più incisive alla corruzione, che facessero riguadagnare la faccia alla politica, è cosa scontata ed ineludibile. Ma che quella della legge Severino fosse una razione emotiva è altrettanto vero. Anzi. come poi abbiamo registrato, sottintertdeva l’idea piuttosto obliqua di preigurare una risposta repressiva contro il leader dell’opposizione parlamentare, Silvio Berlusconi. Altro che questione morale…».

Quindi secondo lei, c’era chi già pensava alla Severino come strumento legislativo contro Berlusconi?
«I partiti dello spettacolo moralista e glustizialista si fingevano per il primato della purezza della politica e dei suoi rappresentanti cospirando silenziosamente contro Berlusconi. Tant’è che poi raggiunsero lo scopo di cacciarlo dal Senato, mentre in queste ore De Magistris e De Luca, per effetto della stessa legge  Severino, sono salvi».

Guardi che si tratta di casi diversi, dal punto di vista giudiziario.
«La legge Severino per Berlusconi è stata applicata in spregio al principio di irretroattività sancito dall’articolo 25 della Costituzione. La verità è che in Senato, quando fu discusso il caso Bcrlusconi, dopo la sentenza Mediaset, non bastarono diversi pareri di costituzionalisti a fermare la furia giustizialista. Sei, dico sei, pareri di eminenti costituzionalisti di scuole e di pensiero giuridico diverso, perfino un costituzionalista notoriamente vicino al centro sinistra.
Non ci fu nulla da fare. Non riuscimmo a far passare la tesi dall’assoluta inapplicabilità della legge Severino
ai fatti precedenti, per il fondamentale principio di irretroattività. Ora dopo due anni, tutti se ne accorgono, dopo che è stato ferito a morte lo Stato di diritto.

Vada in Parlamento e chieda la riforma della legge Severino.
«Non è materia all’ordine del giorno. Non sarebbe discussione condivisa né dalle forze politiche né, tan-
tomeno, dal Governo. Vedrà. Tanto il cinismo politico-giustizialista ha ottenuto il risultato che si era prefisso,:espellere Berlusconl dal Senato».

Il vittimismo paga politicamente?
«Non credo, perché Berlusconi non si è arreso, né si arrende, né fonda la sua proposta solo sull’accanimento giudiziario che persiste. Sfido qualunque analista politico a valutare la resistenza politica ed elettorale di Forza Italia, con un leader cacciato dal Senato, inseguito dalla magistratura. Basti pensare alla vittoria In Liguria ed al ragguardevole 18 % in Campania raggiunto da Forza Italia».

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