PARI OPPORTUNITA’, ITALIA 70° AL MONDO. SERVE UN CAMBIO DI ROTTA

World Economic Forum sul Global Gender Gap

L’ultimo rapporto del World Economic Forum sul Global Gender Gap, ovvero il divario di genere tra uomini e donne in alcuni settori chiave della società, ci consegna una situazione per l’Italia ancora drammaticamente difficile. Purtroppo, le strade intraprese da questo governo, i provvedimenti sostenuti fino ad oggi e le misure previste (o, per meglio dire, non previste nella Legge di Bilancio), non fanno presagire nulla di buono per il futuro.


Nel Rapporto 2018, in cui sono stati analizzati quattro settori chiave come Economia, Politica, Salute e Formazione in 149 Paesi, l’Italia si trova soltanto al 70esimo posto in classifica, tra gli ultimi Paesi Occidentali (peggio di noi soltanto Grecia, Malta e Cipro) e dietro nazioni come Nicaragua, Namibia, Costa Rica e Honduras. E l’avvertimento degli statistici è chiaro: la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare se non si investe in alcuni settori determinanti per il futuro dove il divario tra donne e uomini è ancora più ampio.


Per questo il gruppo Forza Italia, da me guidato alla Camera, sta portando avanti le sue battaglie in Parlamento, grazie anche all’attività della nostra ex Ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, concentrate su tre filoni fondamentali:

1) Disposizioni per favorire l’iscrizione delle studentesse a corsi di laurea nelle discipline della scienza, tecnologia, ingegneria e matematica;

2) Concessione di un credito d’imposta in favore delle imprese per il riequilibrio dei tassi di occupazione maschile e femminile;

3) Sconto pensionistico per le donne pari a un anno per ogni figlio ai fini del raggiungimento di quota cento.


Come dicevo, la disattenzione del governo verso queste tematiche non farà altro che peggiorare la situazione delle donne lavoratrici. Urge un cambio di rotta, per consentire a noi donne di poter coltivare la nostra vita privata insieme a quella professionale, per consentirci di essere mamme e lavoratrici e non solo mamme a metà o lavoratrici a metà.

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