PdL teme diaspora, malumori per "motivi" riunione domani

Roma, 31 mag. – I partiti tradizionali, è la convinzione del Cavaliere, hanno fatto il loro tempo. Nel 2013 se si vuole arginare la sinistra non si può pensare di ripresentarsi con il vecchio schieramento. Per questo, il Cavaliere avrebbe insistito – parlando in questi giorni sia con esponenti pidiellini che con imprenditori – sulla necessità di una “federazione”, che raggruppi il PdL, una lista civica nazionale (l’ex capo del governo starebbe già sondando personalità a cui affidarne la guida) e un soggetto liberaldemocratico (al quale starebbe lavorando con Pisanu e Dini).

In questo modo, viene spiegato, non solo si “neutralizzerebbero” le iniziative “Un’altra Italia” e “Liberali per l’Italia” che stanno per prendere le mosse in Parlamento, ma si “contrasterebbe” anche il fiorire di liste civiche a sinistra. Un’operazione, tuttavia, che non raccoglie il plauso di una larga fetta del PdLl: gli ex An temono di ritrovarsi in un partito trasformato in “bad company”; gli ex Fi non vorrebbero essere “inglobati” in un “listone informe”.

Da qui il pressing sul segretario affinché non solo si affranchi una volta per tutte dal Cavaliere, ma avvii un cambiamento vero nel partito. Nessun azzeramento o direttorio, è la richiesta, ma una nuova squadra che dialoghi con i centristi e le nuove realtà sul territorio. L’intenzione di Alfano, viene spiegato, è di partire proprio dal territorio:
da lì si possono “pescare” le nuove leve da affiancare alla “vecchia guardia”.

Risponde a quest’ottica l’ipotesi di una segreteria larga, composta sia dai quarantenni del PdL (tra cui Lupi, Gelmini, Frattini, Fitto) che dai giovani amministratori.

Fonte: Agi

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