Roma Capitale, ora poteri speciali e risorse PNRR

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Durante il Question Time di oggi alla Camera dei deputati è stata posta una questione condivisibile riguardo la centralità dello sviluppo della Città di Roma, l’importanza e l’urgenza di interventi e strategie per la sua riqualificazione urbana e delle periferie, per l’ammodernamento delle infrastrutture e l’adeguamento dei servizi di area vasta, come anche per lo sviluppo del turismo e dell’offerta culturale.

Il governo è perfettamente consapevole delle ragioni che rendono ineludibili interventi per Roma. Interventi che devono riguardare anzitutto il tema dei finanziamenti, perchè è di tutta evidenza che la Capitale svolge funzioni di interesse nazionale e rappresenta una cartina di tornasole della salute del nostro Stato, costituendo anche un veicolo per attrarre investimenti e progetti a livello internazionale. Senza considerare le tante e sin troppo note specificità di Roma, che la rendono un unicum non solo a livello nazionale, ma nel panorama mondiale, se non altro per l’immenso patrimonio storico che possiede e per essere la culla del cattolicesimo. Caratteristica quest’ultima che assume ancora maggiore rilevanza per l’appuntamento del Giubileo 2025.

Con riferimento al tema finanziamenti e, dunque, alla considerazione svolta dall’interrogante su Roma Capitale nel PNRR, è necessario precisare che all’interno del Piano sono previste numerose priorità trasversali, missioni e componenti che possono e debbono essere declinate in sede attuativa in maniera da intercettare le esigenze della città. 

Le sei missioni del Pnrr (transizione ecologica, infrastrutture, salute, digitalizzazione, istruzione e formazione, equità di genere e territoriale) investiranno, come è logico, anche la Capitale e sarà cura anche del Dipartimento per gli Affari Regionali e per le Autonomie come di tutto il governo, assicurare che i benefici del Pnrr si riflettano anche su Roma.

Anche il tema della governance di Roma Capitale non è sottovalutato dal Governo. È considerazione diffusa e condivisache Roma non goda di poteri adeguati al ruolo che deve rivestire e che non trovano corrispondenza a livello comparatistico. 

Nei principali Stati europei e in generale negli Stati federali e regionali, alla Capitale è attribuito il rango di Stato membro e di Regione e l’esercizio di poteri legislativi. E’ arrivato il momentodi riconoscere a Roma i poteri che hanno città come Berlino, Washington, Madrid, Vienna, Bruxelles.

In questa prospettiva è stata istituita nei giorni scorsi, presso il Ministero per gli Affari Regionali, una Commissione di studio con il compito di analizzare gli scenari di riforma dell’ordinamento di Roma Capitale, a partire dall’imponente e qualificato lavoro svolto dalle Camere sulle proposte d’iniziativa parlamentare.

Il lavoro della Commissione, di cui fanno parte eminenti studiosi,non intende in alcun modo sostituire o scavalcare l’attività parlamentare, ma anzi aspira ad affiancarla e supportarla sul versante governativo, in spirito di leale collaborazione e, ove possibile di velocizzazione e e fluidificazione del rapporto con il Governo.

Il primo atto della Commissione appena istituita sarà quello di stabilire un canale di contatto e interlocuzione con il Parlamento, oltreché con la Regione Lazio e con il Comune di Roma. La Commissione avrà tempi di operatività estremamente contenuti e consegnerà la sua relazione finale entro il 31 dicembre di quest’anno.

Questo disegno riformatore potrà dispiegare i suoi effetti ed assicurare alla Capitale le idonee risorse, grazie anche alla natura di questo Esecutivo e alla sua determinazione nel perseguire la massima collaborazione e concordia di tutti i livelli istituzionali. 

Da parte del Governo e mia personale assicuro la massima disponibilità anche e soprattutto nei confronti del Parlamento e del lavoro che sta sviluppando la Prima Commissione di questa Camera sul tema.

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Una risposta

  1. Le sei missioni del Pnrr (transizione ecologica, infrastrutture, salute, digitalizzazione, istruzione e formazione, equità di genere e territoriale.

    1) transizione ecologica : autobus elettrici che non si incendiano; incentivare le aziende che utilizzano energia verde. Eliminare i semafori e passare alle rotonde; i semafori consumano corrente elettrica, le rotonde non inquinano riducono le code e agevolano la circolazione delle auto ( meno traffico meno inquinamanto ).

    2) Infrastrutture : strade e scuole. Al tempo di Giuglio Cesare un ponte si costuiva in 2 settimane, andatevi a leggere il “De bello gallico” e il “De bello civili”.

    3) Salute : Ospedali più efficienti senza lunghe attese nelle prenotazioni. Termovalorizzatori per bruciare i rifiuti che si accumulano sulle strade. Inutile cercare una cava in cui buttare i rifiuti perchè poi inquinano le falde e i terreni. Eliminare la moneta cartacea ( non è igenico toccare con le mani le banconote toccate da miglioni di persone prima di noi ) meglio pagare tutto col bancomat. Il bancomat è personale e lo tocca solo il proprietario.

    4) Digitalizzazione : deve essere per la PA e non per i cittadini. La PA deve eliminare la carta e ricevere i cittadini risolvendo i loro prblemi senza farli girare per mille uffici : in pratica grazie alla digitalizzazione il cittadino si deve recare in un solo ufficio che grazie alla digitalizzazione fornisce tutti idocumenti necessari al cittadinno senza farlo girare inutilemte per 1000 uffici. . La PA non deve dire al cittadino se ti serve un servizio vai sul sito della PA e fai tutto da solo; cosa che accade attualmente. ( Per esempio le prenotazioni per il vacino anti-covid; per fortuna che oltre a fare tutto da solo sul sito della regione si può chiamare il numero verde, sarebbe stato meglio se si potesse andare in un ufficio della PA o in farmacia e chiedere ad un operatore di fare la prenotazione ): poi i politici ( se gestiscono la digitalizzazione in questo modo ) non si devono lamentare se molti italiani non si vacinano. Assurda la prenotazione dal postino.

    5) istruzione e formazione : eliminare le medie o inglobarle nelle elementari. bastano 5 anni di elementri
    5 anni di superiori e 5 anni di università. Cosi si finisce l’universtà a 20 anni. e le superiori a 15 anni. Finite le superiori a 15 anni per chi non vuole andare all’università proporrei l’obbligo o di leva militare o di servizio civile fino a 18 anni, o tirocinio di 3 anni presso un azienda con obbligo di assunzione a tempo indeterminato.

    6) equita di genere e territoriale : si parla di equità di genere, ma è impossibile che un uomo partorisca. In ogni caso ci si lamenta che le donne non fanno più figli. Ovvio non c’è lavoro. Per aiutare le aziende a creare lavoro bisogna abbassare le tasse ( flat tax al 20% ); far funzionare la giustizia riducendo i gradi di giudizio da 3 a 2 della durata massima di 1 anno.; eliminare il lavoro in nero eliminando il contante e pagando tutto col bancomat.
    Equità territotirale : basterebbe gestire le regioni del Sud come si gestisce la Lombardia, il Veneto o la Liguria: per esempio bisognerebbe costruire il ponte sullo stretto di messina in 2 anni come si è fatto per il ponte di Genova. Utilizzando l’acciaio prodotto dall ‘ILVA di Taranto ( Cosi si crea lavoro al sud).

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