Silenzio su Colle e sciacalli. Il pensiero è alle Europee

Il Senato ieri ha espulso Berlusconi dal Parlamento. Ma il leader di Forza Italia è riuscito a trasformare il suo giorno più duro in una promessa di riscossa: “Andiamo avanti”.

Di Adalberto Signore – Da Il Giornale

Roma, 28 nov. 2013: Un Silvio Berlusconi che, nel giorno in cui viene sancita la fine della sua ventennale carriera parlamentare, dispensa battute e sorrisi, baci e abbracci e ringraziamenti, deciso ad alleggerire il clima e tranquillizzare chi ha intorno. Perché in una giornata del genere gli eccessi servirebbero a poco. Ma anche – assicura uno dei suoi più stretti collaboratori – perché l’ex premier sta ormai metabolizzando la «batosta» e inizia a guardare più al futuro che al passato.

Così, finito l’intervento dal palco in via del Plebiscito e rientrato a Palazzo Grazioli, quando incontra un folto gruppo di deputati e senatori riuniti nel Parlamentino, il Cavaliere chiede candidamente un giudizio sul suo discorso. In molti annuiscono, convinti che la scelta di non alzare i toni sia stata saggi, altri – Michaela Biancofiore, per esempio – fanno presente che ci penseranno loro a dire quel che Berlusconi davvero pensa. Non solo sul capo dello Stato, ma pure su Angelino Alfano e sul Pd. D’altra parte, sono giorni e giorni che nelle sue conversazioni private il leader di Forza Italia non lesina critiche (anche molto colorite) a Napolitano, arrivando pure a paragonarlo a Oscar Luigi Scalfaro. Così come più volte ha puntato il dito contro «gli sciacalli» che «mi vogliono far fuori», con chiaro riferimento non solo al Partito democratico. Un clima, insomma, tesissimo. Tanto che quando i capigruppo di Camera e Senato – Renato Brunetta e Paolo Romani – fanno sapere di aver chiesto di essere ricevuti al Colle per «affrontare il delicato momento» è solo dopo che a piazza San Lorenzo in Lucina si è discussa un’altra e decisamente più clamorosa iniziativa: una fiaccolata di deputati e senatori di Forza Italia sotto il Quirinale, a testimoniare anche nei fatti quanto sia ormai siderale la distanza tra Berlusconi e Napolitano, con il primo convinto che il presidente della Repubblica sia di fatto responsabile di un vero e proprio «golpe bianco».

La tensione, insomma, resta a livelli mai visti, nonostante la scelta di Berlusconi di tenere un basso profilo. Perché, ripete ai suoi in privato, «avevo la responsabilità di evitare gli eccessi della piazza» e «dimostrare che Forza Italia è un partito moderato, nonostante gli estremismi di certa politica e certa magistratura». E poi – è il senso dei ragionamenti del Cavaliere – la gente «sa bene cosa sta succedendo e ha già scelto con chi stare», come dimostra l’unico passaggio del suo discorso fatto su Alfano. Senza neanche nominarlo, l’ex premier parla di «chi è andato via» e la bordata di fischi è impressionante. «Effetto Fini», lo chiamerà Berlusconi a manifestazione conclusa.
L’ex premier saluta e ringrazia tutti per aver organizzato «una manifestazione così in un giorno lavorativo e con questo freddo», trasformando «un giorno di lutto in un giorno di festa». Poi abbraccia anche Francesca Pascale, che gli è stata vicino in questo momento tanto delicato. E scherza sul futuro: con i polsi uniti mima il gesto delle manette e invita i parlamentari a risparmiare per «le arance che mi dovrete portare in carcere». Perché, spiega, «il rischio che qualche pm voglia diventare celebre sulla mia pelle è concreto». L’ultima battuta prima di entrare in macchina e avviarsi verso l’aereo che lo porterà ad Arcore per passare la serata con i figli: «Da domani vi chiamerò da Mosca…». Poi una risata: «Scherzo, è ovvio. Non ho intenzione di scappare, anzi è proprio qui che resterò».

E che Berlusconi non voglia mollare è certo. Il Cavaliere, infatti, già ragiona sulla prossima campagna elettorale. Quella per le elezioni europee di maggio («quelle il Colle non può commissariarle», ironizzava giorni fa), quella per le elezioni italiane se la situazione dovesse precipitare. Lo dice a chi ha occasione di vederlo in mattinata. Dobbiamo farci trovare pronti – è il senso delle sue parole – nel caso il quadro imploda all’improvviso. D’altra parte, spiega l’ex premier, ormai sia il M5S che Forza Italia sono all’opposizione. Insomma, «il governo lo sta tenendo in piedi Matteo Renzi e se continuerà a farlo dovrà assumersene la responsabilità». È consapevole Berlusconi che difficilmente il sindaco di Firenze farà saltare il banco. Ma la speranza non sembra averla ancora persa del tutto.

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