Sincrotone rivela più antico strumento musicale

Un sorta di osso con fori regolari rinvenuto a Divje Babe (Slovenia) è il femore di un giovane orso delle caverne che presenta il morso di un altro carnivoro o un flauto modellato dall’uomo di Neanderthal? La controversia paleontologica va avanti da anni ma le analisi ai raggi X condotte nelle strutture del Sincrotrone-Elettra (Trieste) sotto il coordinamento del professor Claudio Tuniz dell’Ictp, potrebbero finalmente dare una risposta certa.

I primi risultati tenderebbero a confermare che si tratta effettivamente di un flauto, e potrebbero porre le basi per sancire che quello esposto al Museo nazionale di Lubiana potrebbe essere lo strumento musicale più antico che si conosca.

Quella in attività al Sincrotrone è una delle applicazioni più sorprendenti delle tecniche a raggi X basate sulla luce e svelate nel corso dell’incontro italo-australiano al Centro internazionale di fisica teorica di Trieste, in cui i massimi esperti del settore si stanno confrontando sulle applicazioni di questa tecnologia avveniristica nel campo artistico, culturale e nelle scienze della vita.

I campi d’ indagine sono i più disparati, ma in questa prima giornata l’attenzione è concentrata soprattutto su paleontologia e della medicina. Tra gli esempi d’indagine più curiosi, quelli fatti su un piccolo cranio appartenente al più antico dinosauro trovato in Friuli Venezia Giulia; o quelli di un orango “moderno”, osservato nel dettaglio.

Italia e Australia sono all’avanguardia in questo settore e sono legate da una fitta collaborazione scientifica. Entrambe hanno un sincrotrone e le collaborazioni fra gli scienziati che lavorano nelle rispettive infrastrutture di ricerca è in continua crescita. Il laboratorio triestino di Elettra è conosciuto nel panorama scientifico internazionale per i lavori sulle tecniche di imaging in ambito medico e, in particolare, per la tecnica di mammografia con luce di sincrotrone sviluppata per la prima volta al mondo proprio a Trieste.

Gli stessi metodi analitici utilizzati per la paleontologia possono essere applicati anche, ad esempio, nell’ambito artistico, per analizzare dipinti e opere d’ arte o per la tutela delle preziose vetrate che decoravano antiche cattedrali. Per chi vuole, possono persino essere utilizzati da esperti di chirurgia veterinaria per studiare la microstruttura delle penne degli uccelli o da biologi impegnati nella lotta alla malaria.

Fonte: Ansa

Sottoscrivi la nostra Newsletter

Per restare in contatto con noi

Condividi questo post con i tuoi amici

Connettiti con Mariastella

Seguimi sui Social