Stop alle promesse. Ora un’alternativa per Milano

Gelmini

Di Alberto Giannoni – Da Il Giornale – Milano

Il verdetto della coordinatrice regionale di Forza Italia: «Tasse, Expo e migranti, il leader del Pd non dà risposte»

Milano, 7 set. 2015: «Il presidente del Consiglio ormai parla solo al Pd. Identifica il partito e il Paese ma l’Italia non gli crede più». Alla fine della giornata milanese di Matteo Renzi, la coordinatrice regionale di Forza Italia, Mariastella Gelmini, fotografa così la fine dell’illusione renziana. «Ormai c’è un’altra Italia. Ho visto un nuovo sondaggio, la maggioranza degli italiani non si fida più».

Alla festa dell’Unità, il leader Pd ha detto che le tasse sono troppo alte. Difficile affermare il contrario.
«È un passo avanti rispetto al governo Prodi, secondo il quale le tasse “sono bellissime”. Ma, al di là del suo fiume di parole, Renzi ha seguito quell’esempio, con due stangate fiscali su case e risparmi».

E Milano ha subito una botta fiscale paurosa, dovuta anche ai tagli dei governi romani.
«Esattamente. Milano è stato un simbolo di questa operazione. Pisapia ha riservato un aumento fiscale vertiginoso ai milanesi, sui trasporti, la casa, i servizi. Pisapia e Renzi saranno ricordati come i recordman delle tasse».

Nonostante ciò, sul piano politico, Renzi e il Pd sono fermi a Pisapia e alle sue decisioni (per ora negative) sulla ricandidatura.
«Renzi è rimasto scottato dalla Liguria, dove la sua candidata è stata sconfitta. La vicenda di Milano incrocia le questioni interne al Pd. Rinviare su Pisapia serve a escludere il problema che si è visto alle regionali con la sinistra interna. Ma se vuol bene a Milano, Renzi può fare due cose concrete».

Quali?
«Finanziare il post-Expo acquisendo le quote di Arexpo, per fare un grande polo di ricerca che è nella grande tradizione culturale milanese. E mettere i soldi che mancano per salvare il Gran premio di Monza».

Ma non c’è stato un solo impegno concreto a Milano?
«Pensiamo a Expo. Non dimentichiamo che, quando la Moratti ha portato Expo a Milano, i gufi erano a sinistra. E il Comune amministrato dalla sinistra si è chiamato fuori, lasciando alla Regione il compito di metterci le infrastrutture».

L’assessore (Pd) Pierfrancesco Majorino è tornato ad attaccare il governo sui profughi.
«Anche qui, Renzi non può cavarsela attaccando Salvini. Non ci siamo. Il governo ha avuto il semestre europeo per chiedere all’Europa di fare la sua parte. E ha accettato i diktat altrui. La verità è che, anche sui tempi delle richieste d’asilo, il governo ha dimostrato totale inadeguatezza, che si è tradotta in perdita di consenso».

Il centrodestra sta preparando un’alternativa?
«Abbiamo aperto un laboratorio per costruire un percorso con i nostri punti forza. C’è un dialogo con il mondo delle associazioni, dal 25 al 27 settembre è prevista una tre giorni per un confronto, peraltro mai venuto meno, con le associazioni e il mondo produttivo. Poi dobbiamo lavorare sulla ricostruzione delle periferie, letteralmente abbandonate. A ottobre faremo una convention per fare il punto».

L’alleanza sembra allargarsi al centro. Il veto di Salvini su Ncd sarà superato?
«I rilievi di Salvini io li capisco, c’è una contraddizione fra le scelte romane e quelle lombarde di Ncd ma io credo che ci dobbiamo concentrare su Milano. Liberare Milano. I partiti sono solo il punto di partenza di un percorso da costruire con comitati e associazioni».

La Lega chiede un candidato civico.
«Il candidato sarà scelto dal presidente Berlusconi per rilanciare la città, per farne una città guida dopo Expo. Io non ho pregiudizi per il mondo della società civile, che è nel nostro dna. Anzi, non dobbiamo avere paura del cambiamento né del confronto con la società civile. È sbagliato pensare a uno scontro fra politica e società civile. Serve una grande alleanza. Il candidato deve essere una persona che ama Milano e sappia farle fare un salto di qualità».

Si parla di una candidata. Si dice che lei sarebbe una candidata naturale…
«Sono solo sciocchezze, no, una mia candidatura non è nelle cose. Ci sono persone adeguate e candidati in grado di svolgere questo ruolo».

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