Una brutta pagina di discriminazione territoriale

biomedico

Il mondo del lavoro, purtroppo, è già molto difficoltoso per le giovani donne chiamate a lottare per ottenere lo stesso trattamento professionale dei colleghi uomini. Se poi, a questa situazione, di per sé discriminatoria, si aggiungono questioni come la provenienza geografica, la ricerca di un’occupazione per una donna del sud Italia può diventare un’impresa quasi impossibile.

Luoghi comuni basati su antichi retaggi? Sarebbe bello poter declassare a questo l’assurda vicenda in cui suo malgrado si è imbattuta Erminia Muscolino, una giovane laureata in biologia di Ficarazzi, in provincia di Palermo. Dopo aver inviato il curriculum al Cro di Aviano per avanzare la propria candidatura – anche a titolo gratuito -, dall’azienda in provincia di Pordenone è arrivata la brutta sorpresa. Controllando le mail, ne ha trovata una, evidentemente inviata a lei per sbaglio: si trattava di una conversazione tra dipendenti della struttura, destinata chiaramente a rimanere privata, che ha lasciato Erminia senza parole. La sua candidatura è stata commentata così: “Già ricevuta anche io…. Figurati se andiamo a prendere una da Palermo”. Una storia che farebbe mancare il fiato a chiunque e che dà il polso di come il mondo del lavoro sia ancora influenzato da forme intollerabili di discriminazione.

Ovviamente, una volta diventata nota questa storia, l’azienda ha cercato in malo modo di sminuire l’accaduto, ma resta il fatto che una giovane ricercatrice siciliana che, dopo anni di studio, era alla ricerca di un lavoro, si è vista negare addirittura la possibilità di fare esperienza a titolo gratuito, perché meridionale.

Una pagina molto brutta che vale la pena raccontare, perché l’indignazione che storie come questa alimentano, possa contribuire a far si’ che non accada più.

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