Unindustria Como e Regione Lombardia creano un «ponte generazionale» per incentivare il lavoro giovanile

Lavoro

 Il Sole 24 Ore

Lo ha ricordato pochi giorni fa anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano: senza lavoro per i giovani, l’Italia non ha futuro. E allora ben vengano tutte le iniziative e sperimentazioni mirate a favorire l’occupazione dei ragazzi. Come il progetto «Ponte generazionale» promosso da Unindustria Como e sostenuto dalla regione Lombardia, che stamattina hanno firmato l’accordo per la sua attivazione.

Il programma si fonda sul principio della solidarietà generazionale, e prevede la possibilità di ridurre l’orario di lavoro per un lavoratore vicino all’età pensionabile in “cambio” della contemporanea assunzione di un giovane. Il sostegno pubblico assicura al lavoratore in uscita l’integrazione contributiva per garantire la piena maturazione pensionistica e al giovane la possibilità di avviare un percorso di formazione. Le aziende che aderiscono avranno così la possibilità sia di garantire il posto di lavoro ai dipendenti senior, sia di offrire un contratto di lavoro a giovani, che verranno inseriti con percorsi di affiancamento o scorrimento in base ai ruoli e alle professionalità presenti in azienda. Al momento già 300 aziende hanno aderito e 300 giovani verranno assunti.

«Ci sono tutti i requisiti e tutte le condizioni per fare bene – ha commentato il presidente della Regione Roberto Maroni -. Siamo pronti a partire, già domani. Questo modello, che abbiamo avviato con Assolombarda e che abbiamo ulteriormente migliorato attraverso il protocollo studiato insieme agli industriali di Como, potrebbe essere esteso a tutta la Lombardia».

Maroni ha inoltre ricordato il programma europeo «Garanzia Giovani», che la Regione ha applicato, modulandolo in modo sperimentale sul Ponte generazionale, che può diventare un modello non solo per tutte le province lombarde, ma anche per le altre regioni italiane. «Lo scambio di “best practices” – ha concluso il governatore – è fondamentale nelle politiche per il lavoro. Non si crea occupazione facendo una nuova legge, ma con iniziative come queste, trovando risorse e convincendo le aziende ad assumere».

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